domenica 1 luglio 2012

Geralt di Rivia, dal romanzo al videogioco


Tutti gli appassionati di videogiochi certamente conoscono The Witcher, gioco di ruolo action che ha per protagonista l’albino Geralt. Ma forse non tutti sanno che Geralt nasce negli anni ’90 dalla penna di Andrzej Sapkowski, scrittore polacco da poco conosciuto in Italia.

Geralt di Rivia

La saga è ambientata in un mondo fantastico di stampo medievale, popolato da mostri e creature tipiche prese dal folklore est europeo. Geralt è uno strigo, ovvero un cacciatore di mostri, addestrato in una fortezza insieme ad altri come lui e modificato geneticamente da erbe e pozioni per acquisire capacità sovrumane. Una volta completato l'addestramento viaggerà per il mondo in cerca d’ingaggio, talvolta in compagnia dell’amico Dandelion (Ranuncolo nella versione italiana), un bardo e donnaiolo. Gli strighi abbattono i mostri per professione e quindi lo fanno per denaro, cosa che rende Geralt più simile ad un mercenario che a un eroe.

Visto il successo avuto dal gioco, Casa Editrice Nord ha acquisito i diritti per la pubblicazione della saga di Geralt, che conta svariati racconti brevi e cinque romanzi.

La traduzione del titolo originale, "Ostatnie życzenie", sarebbe “L’ultimo Desiderio”, ma Nord l’ha cambiato completamente.

Il primo volume, intitolato Il Guardiano degli Innocenti, alterna sette racconti brevi a scene di intermezzo che fanno da “collante” tra le varie storie. Le vicende non sono altro che la rivisitazione dark di alcune delle fiabe più famose, come ad esempio “Il male minore”, la versione dark di Biancaneve.

Stavolta la traduzione del titolo è corretta!

Seconda raccolta di racconti, nonostante sia il primo libro dedicato a Geralt, La Spada del Destino si colloca dopo Il Guardiano degli Innocenti. É composta da sei racconti brevi, stavolta senza alcun intermezzo.


Il Sangue degli Elfi è il primo vero e proprio romanzo di una saga che si compone di ben cinque libri.
La trama tratta da Wikipedia:

Il regno di Citra è stato sconfitto. Le armate dell'Impero di Nilfgaard hanno infine sgominato la resistenza degli ultimi, coraggiosi difensori e hanno espugnato il palazzo reale. Tuttavia gli invasori hanno ben poco da festeggiare: la corte e la stessa Regina Calanthe si sono suicidati piuttosto che finire nelle loro grinfie, ed essere umiliati ad una resa incondizionata. Ma la discendenza di Cintra non è stata spezzata: tra le vittime del castello, manca infatti il corpicino di Ciri, la nipote della regina, nonché erede al trono del reame. L'impero non può permettersi di lasciare nulla al caso. La bambina va trovata e portata al cospetto dell'imperatore per decidere infine il suo fato.

Come inizio di una saga mi è sembrato deludente e un po’ noioso, con molte parti che sembrano scritte solo per allungare il brodo e nessuna vera rivelazione sulla trama. Ovviamente il finale non chiude la storia, essendo solo il primo capitolo della saga, ma ci sono altri quattro libri e spero che le cose migliorino.

In conclusione, Andrzej Sapkowski o lo si ama o lo si odia. Lo stile è asciutto, caratterizzato da periodi brevi e secchi. A me non dispiace, ma a volte l'autore non riesce a creare quella sensazione di coinvolgimento che ti prende durante la lettura.
Punto dolente di Sapkowski sono i dialoghi: passa da un estremo all’altro, a volte troppo sono lunghi e pieni di paroloni tanto da sembrare inverosimili, altre volte sono secchi botta e risposta zeppi di monosillabi.

Io consiglio di provare a leggere le due raccolte di racconti ed eventualmente passare al romanzo, con l’idea che non si tratti di una storia autoconclusiva ma dell’inizio di una lunga saga. 
Spero che Nord non ci lasci a bocca asciutta interrompendo la pubblicazione, ma visto il buon successo di Geralt non dovrebbero esserci grossi rischi.

Alla prossima!

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