sabato 25 agosto 2012

Darksiders II: Il ritorno dei cavalieri dell’apocalisse


Il primo fortunato Darksiders era un videogioco action uscito nel 2010 per Playstation 3, PC e Xbox 360 e può essere definito come un misto tra God of War e Legendo of Zelda. Nel gioco il cavaliere dell’apocalisse Guerra si ritrova in un mondo devastato e morente, ingannato dai suoi stessi superiori (l’Arso Consiglio) e accusato di aver scatenato l’apocalisse. Combattendo gli angeli e i demoni che gli danno la caccia, cerca di ripristinare l’ordine e dimostrare la sua innocenza.
In questo nuovo capitolo di Darksiders impersoneremo Morte, il secondo cavaliere, impegnato anche lui a dimostrare l’innocenza del fratello Guerra.


Come il suo predecessore, Darksiders II mescola gli elementi migliori presi dai videogiochi di questa generazione, aggiungendo nuove caratteristiche tipiche dei giochi di ruolo. Guerra era forte e robusto, mentre invece Morte è veloce e agile perciò l'esplorazione degli ambienti ricalca più lo stile di Prince of Persia, piuttosto che quello di God of War. Il sistema di combattimento è molto fluido e basato su combinazioni di attacchi con le armi primarie (le falci) e armi secondarie (asce, martelli, spade, lance, ecc...). Unico grosso difetto, che Darksiders II si porta dietro dal capitolo precedente, è la telecamera molto inprecisa che a volte mette in difficoltà l'esecuzione degli scontri, nascondendo i nemici fuori dallo schermo.

Ma quali sono le caratteristiche di questo nuovo Darksiders? Eccole qua:

-          Il mondo da esplorare è ricco di aree nascoste, raggiungibili acquisendo nuove capacità, cosa che spinge il giocatore ad esplorare ogni angolo alla ricerca di segreti e tesori e a ritornare sui propri passi per recuperare qualcosa che si è lasciato indietro. Fortunatamente è possibile viaggiare velocemente per il mondo in sella al fido destriero di Morte, il cavallo verde Disperazione.

-          Il nostro Morte può scegliere tra una grande varietà di armi e armature differenti, oltre ad una serie di gadget che gli forniscono capacità speciali con le quali superare i vari enigmi all’interno dei dungeon e sconfiggere i boss. Inoltre i vari mostri che popolano queste zone, una volta sconfitti, lasciano cadere tesori ed equipaggiamenti.

-          Morte ha la possibilità di salire di livello e potenziare le proprie caratteristiche a seconda del nostro stile di gioco, scegliendo tra due alberi di talenti: Necromante (una sorta di mago) e Araldo (il classico guerriero).



Ad arricchire il tutto, lo splendido design di personaggi e ambienti creato da Joe Madureira, famoso disegnatore che prima di approdare nel mondo dei videogiochi ha lavorato per la Marvel e ha creato il fumetto Battle Chasers pubblicato da WildStorm.

Il gioco è uscito il 24 agosto su Playstation 3, PC e Xbox360. Se amate azione, esplorazione ed enigmi non lasciatevelo scappare!

domenica 19 agosto 2012

Scrittori fantastici: Tim Powers


Tim Powers è uno dei miei scrittori preferiti, l’ho scoperto per caso nella rete spulciando qua e là i blog che recensiscono libri di letteratura fantastica e dopo essermi procurata i suoi romanzi sulla fiducia li ho praticamente divorati in un sol boccone. Devo dire che è stata una bellissima scoperta.

I suoi romanzi sono sempre ambientati in diverse epoche del nostro mondo, dove l’autore mescola personaggi realmente esistiti e fatti storici con magia e occulto.
Il suo stile di scrittura, per chi ha qualche infarinatura in materia di tecniche narrative, non è perfetto. Spesso mostra ciò che potrebbe tranquillamente raccontare e viceversa, cade nell’inforigurgito puro e abusa di avverbi e aggettivi che a volte rendono la lettura fastidiosa. Inoltre il punto di vista salta da un personaggio all’altro lasciando spesso il lettore disorientato.

Ma nonostante questo i suoi romanzi sono i più belli e coinvolgenti che io abbia mai letto. Perché?
Perché le idee di base sono geniali, con trame originali e ricche del cosiddetto sense of wonder (senso del meraviglioso), ovvero di quella reazione emotiva di meraviglia che si ha leggendo letteratura fantastica.

 

Il primo romanzo di successo di Tim Powers è il bellissimo Il Re Pescatore (The Drawing of the Dark), pubblicato da Casa Editrice Nord nel 1986. Racconta la storia del mercenario Brian Duffy, alle prese con misteriose creature soprannaturali, un vecchio mago che fuma serpenti essiccati e una magica birra scura, il tutto inserito nel contesto dell’assedio di Vienna da parte dei turchi avvenuto nel 1529.


Il romanzo successivo, Le porte di Anubis (The Anubis Gates), è stato pubblicato nel 1991 da Fanucci ed è considerato il capostipite del romanzo steampunk, nonostante l’elemento “steam” manchi del tutto.
Il romanzo parla di viaggi nel tempo e magia, dove il povero Brendan Doyle si ritrova catapultato nella Londra ottocentesca attraverso una misteriosa “falla” e dovrà trovare un modo per tornare nel suo tempo. Ma a cercare di mettergli i bastoni tra le ruote troverà crudeli mendicanti alleati con un vecchio stregone, e ciliegina sulla torta, Doyle dovrà vedersela anche con un assassino capace di scambiare il suo corpo con quello della vittima designata.

 

Il palazzo del mutante (Dinner at Deviant's Palace), conosciuto anche come “Il palazzo dei devianti”, esce nel 1987 pubblicato da Casa Editrice Nord ed è l’unico con un’ambientazione post-apocalittica. Greg Rivas, musicista in una fatiscente città, si ritrova a dover fare i conti con la misteriosa setta dei Jaybush, fanatici religiosi che rapiscono le persone e fanno loro il lavaggio del cervello. Ma c’è molto altro dietro a questi eventi e man mano che la lettura prosegue, tutti i misteri si dipanano, lasciando il lettore con la bocca aperta per la meraviglia.


Mari stregati (On Stranger Tides) è diventato noto al grande pubblico grazie all’ultimo film sui Pirati dei Caraibi, ma il film con il libro non c’entra nulla. Gli unici punti in comune sono Barbanera e la fonte della giovinezza. Il romanzo edito da Fanucci nel 1994, racconta delle peripezie del giovane John Chandagnac, burattinaio che si ritrova pirata con il soprannome di Jack Shandy e che dovrà salvare la bella Beth dalle grinfie del suo malvagio padre e da quelle del pirata Barbanera. Piccola nota finale: è a questo romanzo che si sono ispirati per la creazione della saga di Monkey Island, folle avventura grafica in svariati episodi uscita su PC tanti anni fa.


Il romanzo Lamia (The Stress of her Regard), pubblicato nel 1992 da Fanucci, è in un certo senso un romanzo sui vampiri. Le lamie sono creature soprannaturali che affascinano gli uomini e li legano a loro con veri e propri “matrimoni”, succhiandone il sangue e uccidendo i loro famigliari per averli tutti per se. Michael Crawford, medico inglese costretto a fuggire perché accusato ingiustamente di aver massacrato sua moglie, si ritroverà legato ad una lamia. Durante la fuga verrà braccato dalla sorella della defunta moglie che lo crede colpevole e nei suoi viaggi incontrerà alcuni noti poeti maledetti, anche loro ammaliati da queste misteriose creature. Non il migliore romanzo di Powers, ma comunque ricco di idee interessanti, come la figura di queste bizzarre vampire.


Ultimo romanzo pubblicato in Italia da Fanucci è L’ultima chiamata (Last Call), primo volume di una trilogia, ma fortunatamente autoconclusivo. Non è bello come gli altri romanzi di Powers, ma mi ha fatto il solito effetto che mi fanno i suoi libri: non mi riuscivo a staccare dalla lettura, curiosa di sapere come si sarebbe districata la trama: nella Las Vegas degli anni ’40 Georges Leon ha tentato di sacrificare suo figlio Scott, ma questi viene salvato all’ultimo momento e cresce con il padre adottivo Ozzie che gli insegna a diventare un bravo giocatore di Poker. Divenuto adulto, Scott si ritroverà faccia a faccia con oscuri presagi  legati ad un antico mazzo di tarocchi e dovrà fare i conti con il suo passato.

Purtroppo dopo questo libro, in Italia non sono stati pubblicati altri romanzi di Tim Powers, lasciando la trilogia incompiuta e i suoi lettori a bocca asciutta.
I suoi libri sono ormai introvabili, ma su ebay o in qualche bancarella dell’usato potrebbero saltar fuori, e consiglio di provare a cercarli perché secondo me meritano davvero di essere letti da parte di ogni buon appassionato di letteratura fantastica. Se sapete bene l’inglese, leggeteli in lingua originale, sono più facili da reperire e poi a dirla tutta spesso le traduzioni italiane lasciano molto a desiderare.

Sperando di aver stuzzicato la vostra curiosità vi lascio con un pezzo metal che non c’entra nulla ma mi piace, alla prossima!

domenica 12 agosto 2012

Recensione film: Biancaneve e il Cacciatore


Finalmente sono riuscita a vedere Biancaneve e il Cacciatore di Rupert Sanders e nonostante mi aspettassi una mezza delusione, il film si è dimostrato più che gradevole. Perciò ho deciso di condividere con voi le mie opinioni personali sulla visione.


La trama del film è una rivisitazione della fiaba originale dei fratelli Grimm, che mantiene però la base classica della storia: il re e padre di Biancaneve (Kristen Stewart) rimane vedovo e sposa la strega malvagia Ravenna (Charlize Theron), che dopo averlo eliminato imprigiona la principessa in un’angusta torre. Quando Biancaneve riesce a fuggire la nuova regina assolda il cacciatore (Chris Hemsworth) per trovarla.

Naturalmente non mancano il principe azzurro, in questo caso il figlio del duca che si oppone alla malvagia regina, e i sette nani, interpretati da diversi nomi noti del cinema tra cui Ian McShane, Bob Hoskins e Nick Frost.

Gli effetti speciali sono molto buoni ed in particolare trovo che i nani siano realizzati molto bene. Apprezzo la scelta di rimpicciolire attori di altezza normale invece che utilizzare attori nani perché li rende più simili all'icona classica del nano nel fantasy (come i nani del Signore degli Anelli, per intenderci).

Per quanto riguarda il cast principale, ho adorato Charlize Theron nella sua interpretazione di Ravenna. Perfettamente calata nella parte, dona alla strega malvagia un’espressività e una rabbia che fanno impallidire tutti gli altri attori del film.
Il cacciatore di Chris Hemsworth non mi è dispiaciuto, di solito come attore è poco espressivo ma in questo film l’ho trovato meno rigido del solito. Kristen Stewart invece è stata esattamente come mi aspettavo, ovvero pessima. La Biancaneve del film non è la solita fanciulla indifesa, ma un personaggio forte che lotta e agisce in prima persona invece di farsi salvare dall’eroe di turno. La Steward ha sempre stampata in faccia la sua espressione perennemente addolorata da Bella di Twilight che in questo caso è decisamente fuori luogo.

Un’altra nota negativa va alle battaglie: secondo me è poco plausibile che ci sia un intero esercito composto di sola cavalleria, oppure che un soldato a cavallo decida di scendere e combattere a piedi, perdendo così il vantaggio che avrebbe restando in sella, ma nel complesso le battaglie non sono in primo piano perciò si può passare sopra a qualche inesattezza.

Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?

Nonostante qualche pecca, si tratta comunque di una visione piacevole. Il film dura poco più di due ore ma la noia non fa mai capolino, perché dopo l’incipit iniziale dove il narratore ci racconta le origini di Biancaneve si entra subito nel vivo dell’azione e non ci sono momenti morti fino alla fine.

Consiglio di vederlo al cinema prima che esca dalla programmazione, magari in 2D. Personalmente non ho visto la versione 3D, ma nella maggior parte dei casi non si nota la differenza.

Alla prossima!

sabato 4 agosto 2012

I film fantasy che vale la pena di vedere


Fin da bambina mi sono appassionata al cinema fantasy e nel corso degli anni mi è capitato di vedere tanti buoni film ma anche delle assurde schifezze, come Eragon tanto per citarne uno davvero pessimo. Però nel complesso non mi posso lamentare.
Quindi quali sono i film fantasy degni di questo nome? Vediamone alcuni in ordine cronologico:

Conan il barbaro (1982): diretto da John Milius e tratto dai racconti di Robert E. Howard ambientati nell’Era Hyboriana. Il giovane cimmero Conan rimane orfano durante una scorreria perpetrata nel suo villaggio, costretto ai lavori forzati e poi liberato, diviene un formidabile lottatore, che viaggerà attraverso i regni in cerca di vendetta.
Il primo film su Conan è anche il migliore secondo me, con un ottimo Arnold Schwarzenegger al suo primo ruolo da protagonista.

Dark crystal (1982): diretto da Jim Henson e Frank Oz, è un film girato interamente con animatroni e burattini. Narra la storia di Jen, un Gelfling (creature simili agli elfi) allevato dall’antica razza dei Mistici, che si ritroverà a dover riunire un frammento di cristallo al potente Cristallo Nero, per portare a compimento un’antica profezia.
Una fiaba per bambini, da vedere e rivedere con piacere grazie all’atmosfera magica e fatata tipica dei film prodotti dalla Jim Henson Company.

La storia infinita (1984): diretto da Wolfgang Petersen e tratto dal romanzo omonimo di Michael Ende. Bastian per sfuggire ai bulletti che lo perseguitano si rifugia in una polverosa libreria, dove trova un grosso libro intitolato “La storia infinita”. Uscito dal negozio corre a scuola e si rifugia in soffitta a leggere, entrando nel magico mondo di Fantasia, dove l’eroe Atreyu deve sconfiggere il Nulla che fagocita ogni cosa e salvare la vita dell’imperatrice Bambina.
Romanzo dalla trama classica e semplice trasposto in un film dal ritmo coinvolgente e dalla stupenda colonna sonora.

Lady Hawke (1985): diretto da Richard Donner narra la storia di Etienne Navarre (Rutger Hauer) e di Isabeau D'Anjou (Michelle Pfeiffer), sempre insieme, eternamente divisi. Infatti i due innamorati sono stati colpiti da una terribile maledizione a causa di un vescovo geloso che stipula un patto con Satana in persona: di giorno Isabeau si tramuta in un falco e di notte è Etienne a trasformarsi, questa volta in un lupo. I due dovranno tentare di spezzare la maledizione tra mille peripezie.
Un bellissimo film, più crudo e meno fatato, con la sua ambientazione “sporca” e dai colori spenti.

Labyrinth (1986): diretto da Jim Henson, con David Bowie e una giovanissima Jennifer Connelly. Il padre di Sarah si è risposato e ha avuto un altro figlio, il piccolo Toby. Esasperata dal fratellastro, Sarah implora il Re dei Goblin di portarselo via, ma non si aspetta che il suo desiderio venga realmente esaudito. Attraversando il tortuoso labirinto che circonda la Città di Goblin, Sarah dovrà ritrovare Toby entro tredici ore o il bimbo diventerà un goblin per sempre.
Il mio preferito di sempre, una stupenda fiaba che solo Jim Henson sa narrare. Da rivedere mille e ancora mille volte lasciandosi trascinare nel labirinto con Sarah e gli altri indimenticabili personaggi.

 I goblin di Labyrinth. Non sono terribilmente carini?

La storia fantastica (1987): diretto da Rob Reiner è la trasposizione cinematografica del romanzo “La Principessa Sposa” di William Goldman. Il filma narra la storia del garzone Westley e di Bottondoro, la sua innamorata. Westley parte in cerca di fortuna via mare, ma al suo ritorno Bottondoro è promessa sposa al principe del regno e viene rapita il giorno prima delle nozze da tre briganti, Vizzini, il gigante Fezzik e lo spadaccino Ignigo Montoya. In compagnia di Fezzik e Ignigo, divenuti suoi amici, Westley parte al salvataggio dell’amata Bottondoro.
Un film simpatico di cappa e spada dove non mancano intrighi e magia. Da rivedere sempre con piacere.

Willow (1988): diretto da Ron Howard, narra la storia di Willow, un nano che aspira a diventare un potente stregone. Un giorno Willow trova una bimba umana abbandonata sulle rive di un fiume e scopre che è predestinata a diventare una principessa. Tra molte peripezie il piccolo nano dovrà riportare la bimba al suo popolo e sconfiggere una malvagia strega.
Uno dei film fantasy più apprezzati degli anni ’80, con un giovanissimo Val Kilmer che interpreta il tipico ladruncolo che diventa eroe e dove non mancano nemmeno principesse, streghe malvagie e creature fatate.

Dragonheart (1996): diretto da Rob Cohen, con Dannis Quaid nella parte di Bowen, un ex cavaliere divenuto mercenario. La madre del principe Einon, ferito a morte, fa un patto con un drago per salvare la vita del figlio. Il drago lega metà del suo cuore al principe pretendendo che il ragazzo giuri di governare saggiamente. Il principe diviene però un tiranno e caccia Bowen, il suo protettore e mentore.
Ma il destino di Bowen si incrocerà di nuovo con il drago (da lui soprannominato Draco) che ha salvato la vita di Einon. Alleandosi con la possente creatura lotterà per porre fine alla tirannia del nuovo re.
Buoni effetti speciali e una trama originale rendono questo film uno dei migliori film fantasy che abbia mai visto.

Il signore degli anelli (trilogia, dal 2001 al 2003): diretti da Peter Jackson. I tre film sono la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di J.R.R. Tolkien. Lo Hobbit Frodo, insieme ad altri otto compagni, deve attraversare la Terra di Mezzo e raggiungere il Monte Fato, nel cuore del territorio nemico per distruggere il potente anello del potere e sconfiggere il tiranno Sauron.
Nonostante la trama classica e scontata il film incolla allo schermo grazie agli incredibili effetti visivi e alla colonna sonora epica.

Il labirinto del fauno (2006): diretto da Guillermo del Toro, è ambientato in Spagna alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Carmen si è risposata con il capitano Vidal e si trasferisce nella sua casa di famiglia con la figlioletta Ofelia. Ofelia non sopporta la nuova vita e si rifugia nel labirinto vicino alla villa, dove incontrerà il fauno Pan che le rivelerà di essere la principessa perduta di un regno magico. Ma per dimostrare di essere degna di entrarvi dovrà superare tre difficili prove.
Un film commovente che lascia con il dubbio che le creature con cui interagisce Ofelia non siano reali, ma frutto della fantasia di una bambina che non sopporta la vita dura a cui è stata costretta. 

 L'inquietante fauno Pan

Lady in the Water (2006): diretto da M. Night Shyamalan. Il custode di un condominio, Cleveland Heep, una note trova nella piscina del palazzo una donna di nome Story che afferma di essere una narf, ovvero una ninfa delle favole, perseguitata da creature malvagie che vogliono impedirle di tornare nel suo mondo. Aiutato dagli inquilini del palazzo, Cleveland dovrà sconfiggere gli Scrunt e aiutare Story a tornare a casa.
Film molto carino, una vera e propria favola moderna originale e commovente.

Stardust (2007): diretto da Matthew Vaughn è tratto dal romanzo omonimo di Neil Gaiman. Il giovane Tristan cerca di conquistare il cuore della sua amata portandole una stella caduta, ma viaggiando al di là dei confini del suo villaggio s’imbatte in una terra misteriosa e nel frattempo la stella caduta ha assunto le sembianze di una giovane ragazza, Yvaine. Tristan dovrà proteggere Yvaine da sette fratelli che lottano per il trono del padre defunto e da una malvagia strega che brama l’eterna giovinezza.
Un bel film, semplice e con qualche colpo di scena inaspettato.

Un ponte per Terabithia (2007): diretto da Gabor Csupo, racconta le avventure di Jess, un bambino di undici anni e dell’amica Leslie. I due bambini, per sfuggire alla vita di tutti i giorni, si inventano un mondo immaginario chiamato Terabithia, popolato da creature magiche di ogni tipo. Ma ben presto Jess dovrà fare i conti con la realtà.
Una bella storia sull’amicizia e sulla famiglia, un po’ triste ma molto gradevole. E poi le creature scaturite dalla fantasia dei due bimbi sono decisamente ben fatte.

Spiderwick (2008): diretto da Mark Waters e basato sui romanzi di Tony DiTerlizzi e Holly Black, narra le storie della famiglia Grace, trasferitasi nella vecchia casa del loro prozio Arthur Spiderwick. Ma scopriranno ben presto che i misteriosi incidenti che accadono nei dintorni sono opera di elfi, boggart, goblin e altre creature magiche. I tre fratelli troveranno un misterioso libro che parla di queste creature, ma dovranno proteggerlo dal malvagio Ogre Mulgorath che vuole impossessarsene a tutti i costi.
Forse il film fantasy più carino degli ultimi anni, adatto agli appassionati del genere di tutte le età. Con un bravissimo Nick Nolte nella parte di Mulgorath.

Troll Hunter (2010): diretto da André Øvredal va citato anche se tecnicamente non  è un film, ma un “mockumentary”, ovvero un falso documentario. Segue le vicende di un gruppo di ragazzi che s’imbatte in un cacciatore di Troll tra le nevi della Norvegia, spiegando come vivono queste creature e come si combattono.
Effetti speciali più che buoni e una telecamera traballante ma non troppo, rendono questa pellicola decisamente irresistibile per gli appassionati del genere fantastico.

"Troooooooooooooll!"

Naturalmente non sono tutti qui, potrei citarne altri ma questi sono quelli che mi sono piaciuti di più.
La maggior parte è uscita negli anni ’80, e solo dopo il grande successo de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson c’è stato un piccolo ritorno al cinema fantasy.
E proprio per gli appassionati di Tolkien nel 2013 ci sarà un gradito ritorno. Uscirà infatti nelle sale il primo dei due film tratti dal romanzo “Lo Hobbit”, sempre diretti da Peter Jackson. Sperando che non allunghino troppo il brodo dividendo in due un libro che poteva essere tranquillamente raccontato in un solo lungo film.

Per ora e tutto, mi scuso per la lunga assenza, ma il caldo e la stanchezza hanno preso il sopravvento.
Alla prossima.