sabato 23 novembre 2013

Narrativa fantastica, in Italia e all’estero



Di recente, le mie letture mi hanno portato ad imbattermi in alcuni esordienti stranieri nel campo della letteratura fantastica conosciuti tramite il vasto mondo del web, e ho notato grossissime differenze con gli esordienti italiani nello stesso campo.
Partendo dal presupposto che gli italiani sono per la maggior parte stilisticamente mediocri, e non lo dico solo io, è un dato di fatto che la maggior parte di quelli che scrive narrativa di genere in Italia sia digiuno delle più basilari regole della narrativa.
Ora io non sono tra quei puritani che affermano che chi non rispetta le regole fa schifo a prescindere, perché ci sono scrittori che le regole le rielaborano o non le seguono alla lettera e hanno scritto romanzi meravigliosi.
Comunque un minimo di rispetto per le basi è apprezzato, ecco.
Gli scrittori stranieri scrivono meglio, forse complice il fatto che in America, per dirne una, ma presumo anche in altri stati, esistono scuole di scrittura creativa, riviste specializzate che trattano l’argomento e decine di manuali scritti da persone competenti nel campo. Manuali, tra l’altro, reperibilissimi anche in Italia per chi volesse provare a scrivere con uno stile un minimo decente (come provo e riprovo a fare io, ma sono pigra e non riesco a portare a termine neanche un racconto, mea culpa).
Il panorama fantasy italiano negli ultimi anni è stato affollatissimo di esordienti, soprattutto adolescenti, a causa del fenomeno Troisi che ha aperto la strada a tutti gli altri. Era meglio se la strada la chiudevano al traffico a tempo indeterminato, visti i risultati.
 
Mettici un drago, ed è subito fantasy!

Gli scrittori italiani si sono dati al fantasy epico per lo più, ispirato alle grandi saghe come Il Signore degli Anelli e fin qui nulla di male, solo che l’eroe predestinato che salva il mondo dal Malvagio Signore Oscuro ha rotto gli zebedei da un pezzo. Almeno a me.
Se ci metti che tutti han voluto provare a scrivere ambiziose saghe o trilogie la frittata è fatta. Ci vuole esperienza per costruire un mondo credibile con una situazione politica e militare che non faccia acqua da tutte le parti e una trama che si dipani senza annoiare per tre romanzi o più. Se non si ha la capacità per farlo si può sempre scrivere qualcosa di meno pretenzioso, magari qualche racconto breve che sono meno impegnativi da questi punti di vista.
Ma anche gli esordienti stranieri si sono dati a saghe e trilogie, solo che la maggior parte di loro ha saputo costruire un’ambientazione realistica e credibile. Ma la principale differenze è che molti non scrivono high fantasy o epic fantasy ma bensì quel fantasy che esiste grazie a George R.R. Martins, cioè quello brutto, sporco e cattivo. Che è quello che ultimamente preferisco, dopo quintali di romanzi basati su D&D et similia, mi sono votata alla sword and sorcery e al low fantasy.
E quindi il succo del discorso qual è? Che stavolta non sono gli italiani che lo fanno meglio, ma gli autori stranieri. Mi dispiace dirlo, ma a parte qualche caso sporadico (Zuddas, per dirne uno bravo), gli italiani il fantasy non lo sanno scrivere.

Ma chi sono questi fantomatici esordienti stranieri da tenere d’occhio? Ecco qualche nome, alcuni li ho toccati con mano, altri no, ma purtroppo non tutti hanno ricevuto un’adeguata traduzione italiana e io non ho più tanta voglia di sorbirmi un libro intero in inglese. Lo saprei leggere, ma dato che non conosco la lingua in maniera abbastanza fluida mi devo concentrare all’inverosimile ed è stancante.

Joe Abercrombie è uno scrittore inglese che ha esordito nel 2006 con il primo capitolo della trilogia “First Law”, ad oggi ha scritto sei libri, dei quali tre sono reperibili in italiano editi da Gargoyle, ovvero i primi due capitoli della trilogia e uno dei romanzi autoconclusivi, che però essendo legato ai fatti avvenuti nei volumi precedenti sarebbe da leggere successivamente.

Trilogia La Prima Legge:
Il richiamo delle spade, Gargoyle, 2013
Prima che siano impiccati, Gargoyle, 2013
L’ultima ragione dei re, di prossima pubblicazione presso Gargoyle nel 2014

Altri romanzi:
Il sapore della vendetta, di prossima pubblicazione presso Gargoyle
The Heroes, 2011, pubblicato da Gargoyle nel 2012
A Red Country, 2012

Joe scrive dannatamente bene, ha costruito un’ambientazione credibile e i personaggi sono caratterizzati ottimamente. Io ho letto i due volumi della Prima Legge e mi riservo di leggere “The Heroes” non appena conclusa la trilogia. Ci sarebbe “Il sapore della vendetta” da leggere prima, ma pare che non sia granchè. È normale che un autore esordiente non imbrocchi tutto al primo colpo, visto  che lo fanno anche gli scrittori di lunga data. Quindi a parte il mezzo passo falso di “Il sapore della vendetta”, direi che è promosso a pieni voti. Sicuramente da tenere d’occhio e sperare che Gargoyle pubblichi tutti i suoi romanzi.
 

Mark Lawrence è anche lui uno scrittore inglese, che ha esordito nel 2011 con una, manco a dirlo, trilogia chiamata Broken Empire e alcuni racconti brevi apparsi su varie riviste. Per il 2014 pare abbia in programma una nuova trilogia chiamata The Red Queen’s War, ma c’è da vedere quanto di questo autore arriverà in Italia.

Trilogia Broken Empire:

Prince of Thorns, tradotto malamente Il Principe dei Fulmini, Newton Compton 2012
King of Thorns, tradotto come Il Re dei Fulmini, Newton Compton 2013
Emperor of Thorns, si presume verrà pubblicato l’hanno prossimo.

Personalmente non ho apprezzato moltissimo, pur riconoscendo che l’autore scrive bene, la storia di questo giovane principe che diventa capo di una compagnia di mercenari. Non tanto per lo stile di Lawrence o la crudeltà del personaggio, ma per il fatto che una banda di tizi grossi e cattivi che prende ordini da un ragazzino, seppure di nobili origini mi pare poco plausibile. È possibile che se verrà pubblicato l’ultimo capitolo della saga gli dia una seconda possibilità perché credo la meriti. Tenetelo d’occhio.
 
Scott Lynch con la sua saga dei Bastardi Galantuomini, un progetto di ben sette libri, esordisce nel 2006. Ad oggi la saga è arrivata al terzo libro, ma in Italia si sono fermati al secondo, interrompendo la pubblicazione ed affermando che date le scarse vendite non c’era interesse a tradurre i romanzi successivi. Un enorme peccato, perché sembrava molto promettente la storia di questo ladro un po’ sfortunato. Se non avete problemi con l’inglese però potete sempre leggervela in lingua originale.

Gli inganni di Locke Lamora (The lies of Locke Lamora, giugno 2006)
I pirati dell'oceano rosso (Red Seas Under Red Skies, luglio 2007)
The Republic of Thieves (ottobre 2013)
The Thorn of Emberlain (annunciato)
The Ministry of Necessity (annunciato)
The Mage and the Master Spy (annunciato)
Inherit the Night (annunciato)

Avrei voluto leggerla ma mi blocca la mancata traduzione. Se l’inglese non è troppo difficile e i libri non sono eccessivamente prolissi potrei farci un pensierino nonostante il mio voto di non leggere più romanzi in lingua inglese, causa mie difficoltà personali. Chissà.

Patrick Rothfuss è uno scrittore americano che ha esordito nel 2007 con il primo capitolo della sua trilogia “Le Cronache dell’Assassino del Re”. All’attivo ha solamente i primi due volumi della suddetta trilogia, mentre il terzo capitolo è previsto per il 2014. Sperando che Fanucci non si dimentichi di pubblicarlo anche in Italia.

Il nome del vento (Fanucci Editore, 2008)
La paura del saggio (Fanucci Editore, 2011)
The Door of Stone (possibile titolo, prossima pubblicazione)

Sto leggendo ora il primo libro della trilogia, Rothfuss non è sporco e cattivo come gli altri, ma pur essendo “lirico” non scade in quello stile troppo aulico che infesta il fantasy moderno da Tolkien in poi e perciò merita una lettura. Nonostante si notino le ingenuità di uno scrittore esordiente, con situazioni un po’ scontate ed un protagonista un po’ troppo bravo a fare tutto, il primo romanzo si lascia leggere pur non essendo un capolavoro. Smussando un po’ gli angoli ha le potenzialità per scrivere cose interessanti in futuro ed è senz’altro da tenere d’occhio.
 
Patrick Rothfuss in realtà è uno gnomo

Un’ultima nota, il buon Martins aveva promesso che “The Winds of Winter”, ovvero il sesto capitolo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, sarebbe uscito nel 2014, ma alla convention Comic Con di New York ha affermato che non sarà pronto prima del 2015, più realisticamente nel 2017. Quindi speriamo di riuscire a leggere la fine della saga prima della pensione, perché con questo ritmo il capitolo finale “A Dream of Spring” uscirà nel 2023 come minimo. Speriamo che George si dia una mossa, non vorrei vedere il finale prima nella serie Tv e poi su carta! Chissà se le pressioni di HBO per avere materiale per la serie spingerà George ad accelerare un po’i tempi. Vedremo!

Alla prossima! Vi lascio con una canzone degli svedesi Hammerfall dedicata ai Guardiani della notte, Take the black, ovvero "prendere il nero". Assai in tema questa volta.


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